mercoledì 15 ottobre 2014

Mick Turner, Don't Tell The Driver

 
Mick Turner è un artista, nel senso che oltre ad essere un musicista sopraffino e sottovalutato dai più (me incluso prima dell'incontro ravvicinato in un circolo Arci di Udine un mese fa) realizza quadri di fine fattura. Sue sono le copertine di tutti gli album dei Dirty Three, gruppo in cui affianca gli inossidabili Warren Ellis (violinsta/polistrumentista braccio destro di Nick Cave nei Bad Seeds) e Jim White (batterista tra i più gettonati sulla scena). Se ancora non li conoscete, ascoltate “Ocean Songs”, un classico..

Mick, di carattere schivo, passa un po' inosservato nelle dinamiche del terzetto, rea forse l'ingombranza scenica, a dir poco strabordante, degli altri due. Musicalmente poi (parafrasando un amico) spesso la sua chitarra si limita ad “accordi di risacca”, di semplice riempimento, che non rendono chiaro il suo ruolo: valore aggiunto o semplice comprimario ?

C'è voluto il concerto udinese per sfatare ogni dubbio, una vera sorpresa; mai e poi mai mi sarei aspettato una simile intensità. In due sul palco, chitarra e batteria. Effeti loop che aggiugevano strati su strati di pennellate sonore. Melodie ipnotiche in cui sembrava di cavalcare attraverso le praterie sterminate raffigurate in molte sue tele. Fin dalle prime note riaffiorava una sensazione primordiale, liberatoria, una porta verso la radice di un amore intenso, stregante.

L'ultimo suo disco si intitola “Don't Tell The Driver”, è del 2013, la versione in vinile è divisa in due dischi, quattro lati. Il secondo è semplicemente perfetto, una delle cose migliori che abbia ascoltato da parecchio tempo. “Don't Tell The Driver”/“ Gone Dreaming”. Vi assicuro che, se ascoltato a tarda notte, ad una luce fioca vi sembrerà davvero di sognare ad occhi aperti, inoltrandovi, un passo alla volta, nella pura materia del sogno.. Don't tell the driver we're headed home... I'm gone, dreaming.... 

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