martedì 4 marzo 2014

Anna Calvi
(Ljubljana, 27 febbraio 2014 Kino Šiška)


Il Kino Šiška è gremito, molti i fans giovanissimi. Vicino a me, tra le prime file, un manipolo di ragazze, nemmeno ventenni, canteranno tutte le canzoni, senza perdere una parola. Un segnale rassicurante se considerato che non si tratta dell'ennesima bella faccia inglese lanciata dal music business, ma di una musicista di razza con due (ottimi) album all'attivo.

La scenografia, piuttosto spoglia, è costituita da un telone raffigurante un prato sovrastato da nuvole basse. Candele e crisantemi, poi, attorniano le casse alla base del palco.
Anna entra timidamente in scena poco dopo le 22, è di un'eleganza sofisticata; indossa pantaloni a vita alta, una camicetta nera e tacchi alti. Non è un caso che sia una delle musiciste più ricercate da alcuni degli stilisti più famosi al mondo. Osserva per qualche istante il pubblico, sorride. Dietro alla soddisfazione per una calorosa accoglienza nasconde un'aria sardonica di sfida. Imbraccia la Telecaster. 

 

Suzanne & I” apre le danze e già dal primo accordo la metamorfosi è evidente: la giovane donna introversa di poco prima si tramuta in un'artista passionale e assolutamente sicura di sé. Segue “Eliza” e tutti sono già stregati. Una canzone che parla di quando ci si sente intrappolati in una situazione e, per evadere, si immagina di essere qualcun altro “If only I could be you Eliza..”.
L'onirica “Sing To Me”, ispirata ad una delle sue artiste favorite, Maria Callas, ci culla mescolandosi dolcemente con le nuvole in sottofondo, portandoci, sognanti, verso distese sterminate.

È accompagnata da altri tre musicisti: un batterista, un tastierista (elemento aggiunto in questo tour) e la polistrumentista Mally Harpaz, alternata tra armonium, basso, chitarra e percussioni. Gli occhi saranno incollati esclusivamente su di lei, la protagonista assoluta: Anna Calvi. Una presenza scenica magnetica e una voce così potente da chiedersi come faccia ad uscire da un corpo tanto minuto.
Una delle caratteristiche che più colpiscono sono le incredibili dinamiche. Si passa da momenti sussurrati a momenti abrasivi, da ninnananne ad esplosioni di chitarre psichedeliche e stridenti, sorrette da un cantato a volte bisbigliato, a volte operistico. In particolare “Carry Me Over”, tratta dall'ultimo album “One Breath” è un crescendo che sfocia in un assolo al fulmicotone sorretto da melodie ipnotiche.

Simile è il caso dell'intensa “Love Of My Life” che ricorda, in qualche modo, le sfuriate della sua connazionale PJ Harvey.
La canzone che forse, più di tutte, mi ha fatto innamorare si intitola “Love Won't Be Leaving”, saggiamente inserita a fine set. Perfetta sintesi di tutte le sue composizioni ed esauriente dimostrazione del suo talento sia canoro che chitarristico. Un pezzo che mi riporta indietro con la memoria di una decina d'anni, quando ascoltai per la prima volta Jeff Buckley rimanendone ammaliato.

Quattro le covers previste in scaletta: dal passato (remoto) al presente, da “Jezebel” di Frankie Laine a una versione languida e avvolgente di “Wolf Like Me” dei Tv On The Radio, passando per “Surrender” di Elvis e “Fire” di Springsteen. Rivisitazioni tanto personali quanto convinceti che confermano la sua bravura sia compositiva che interpretativa.

Di poche parole, dopo un'ora e quaranta di musica, rientra sul palco da sola, perfettamente a suo agio, sorride, chiede se ci sono richieste “vi lascerò con una ninnananna” e intona "No More Words".

In un'intervista una volta ha detto: “Sono sempre stata attratta dall'idea di guarire le persone con la mia voce.” Se questo era l'intento.. ci è senz'altro riuscita.


Setlist:

Suzanne & I
Eliza
Sing To Me
Suddenly
Cry
Surrender 
Rider To The Sea
First We Kiss
I'll Be Your Man
Love Of My Life
Piece By Piece
Carry Me Over
Bleed Into Me
Fire
Wolf Like Me
Desire
Love Won't Be Leaving

A Kiss To Your Twin
Blackout
Jezebel

No More Words

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