lunedì 11 novembre 2013

dEUS (dicembre 2011)

Voglio parlarvi di una band che probabilmente non conoscete, si chiama dEUS, viene dal Belgio.

Ha già sei dischi all’attivo, il primo Worst Case Scenario risale al 1994, l’ultimo Keep you close è fresco di stampa.
Dire che non li conosco da molto è un po’ un eufemismo.. Ho cominciato ad ascoltarli seriamente circa una settimana fa dopo aver visto un video che pubblicizzava un loro concerto a Lubiana il prossimo 1 marzo. C’era qualcosa nella loro sonorità che mi intrigava. Quel qualcosa, quella magia celata che solo i grandi artisti sanno esprimere. Mi hanno rapito totalmente dopo pochi ascolti. Il sette dicembre non ho resistito, ho preso un treno per Bologna. Quello che segue è un resoconto di quella serata all’Estragon.

Difficile recensire il concerto di un gruppo con una discografia tanto variegata. Sei dischi composti in due distinte fasi creative, la prima finisce col terzo disco The Ideal Crash datato 1999 e la seconda inizia nel 2005 con Pocket Revolution e un cambio quasi integrale di formazione. Restano solo Tom Barman (frontman e mente del gruppo) e il polistrumentista Klaas Janzoons, ora affiancati da Alan Gevaert al basso, Mauro Pawlowski alla chitarra e Stephane Misseghers alla batteria.
Un cambio che ha portato anche nuove sonorità; da una sorta di ostico rock sperimentale in veste grunge degli esordi a qualcosa di più orecchiabile, ma comunque ben fatto, tra cui una hit indie. Ciò è molto importante da notare se si vuole fare un’analisi sulla tipologia del pubblico presente.

Noto infatti una divisone netta tra c
hi è affamato di Musica (specie sempre più rara) e un nutrito manipolo di modaioli, soprattutto ragazzine, il unico diletto è urlare su un paio di hit per poi, nel migliore dei casi allontarsi o, cosa nettamente peggiore, rendersi alquanto fastidiosi e distratti in momenti più significativi.
Nonostante ciò, come si suol dire, il gioco ha valso la candela. Tom Barman è in forma smagliante, i compagni gli tengono testa alla grande, si percepisce una forte e genuina passione e voglia di suonare e far divertire. Due ore di grande musica per tutti i gusti, particolarmente entusiasmante la sequenza Sister Dew-Little Arithmetics-Bad Timing per non parlare di una Suds and Soda devastante e un’inaspettata Hotellounge in chiusura, tratte entrambe dal disco d’esordio (indovinate quale parte di pubblico godeva di più in quel momento..).
Chiaramente il primo marzo prossimo sarò a Lubiana.

Il rock è morto ? Non direi. Se lo pensate probabilmente il vostro romanzo è già finito e, parafrasando Kurt Vonnegut, siete già all’epilogo.

Nessun commento:

Posta un commento