Voglio parlarvi di una band che probabilmente non conoscete, si chiama dEUS, viene dal Belgio.
Ha già sei dischi all’attivo, il primo Worst Case Scenario risale al 1994, l’ultimo Keep you close è fresco di stampa.
Dire
che non li conosco da molto è un po’ un eufemismo.. Ho cominciato ad
ascoltarli seriamente circa una settimana fa dopo aver visto un video
che pubblicizzava un loro concerto a Lubiana il prossimo 1 marzo. C’era
qualcosa nella loro sonorità che mi intrigava. Quel qualcosa, quella
magia celata che solo i grandi artisti sanno esprimere. Mi hanno rapito
totalmente dopo pochi ascolti. Il sette dicembre non ho resistito, ho
preso un treno per Bologna. Quello che segue è un resoconto di quella
serata all’Estragon.
Difficile recensire il concerto di
un gruppo con una discografia tanto variegata. Sei dischi composti in
due distinte fasi creative, la prima finisce col terzo disco The Ideal Crash datato 1999 e la seconda inizia nel 2005 con Pocket Revolution
e un cambio quasi integrale di formazione. Restano solo Tom Barman
(frontman e mente del gruppo) e il polistrumentista Klaas Janzoons, ora
affiancati da Alan Gevaert al basso, Mauro Pawlowski alla chitarra e
Stephane Misseghers alla batteria.
Un cambio che ha portato anche nuove sonorità; da una sorta di ostico rock sperimentale in veste grunge degli esordi a qualcosa di più orecchiabile, ma comunque ben fatto, tra cui una hit indie. Ciò è molto importante da notare se si vuole fare un’analisi sulla tipologia del pubblico presente.
Noto infatti una divisone netta tra c
hi
è affamato di Musica (specie sempre più rara) e un nutrito manipolo di
modaioli, soprattutto ragazzine, il unico diletto è urlare su un paio
di hit per poi, nel migliore dei casi allontarsi o, cosa nettamente
peggiore, rendersi alquanto fastidiosi e distratti in momenti più
significativi.
Nonostante ciò, come si suol dire, il gioco ha
valso la candela. Tom Barman è in forma smagliante, i compagni gli
tengono testa alla grande, si percepisce una forte e genuina passione e
voglia di suonare e far divertire. Due ore di grande musica per tutti i
gusti, particolarmente entusiasmante la sequenza Sister Dew-Little Arithmetics-Bad Timing per non parlare di una Suds and Soda
devastante e un’inaspettata Hotellounge in chiusura, tratte entrambe
dal disco d’esordio (indovinate quale parte di pubblico godeva di più
in quel momento..).
Chiaramente il primo marzo prossimo sarò a Lubiana.
Il
rock è morto ? Non direi. Se lo pensate probabilmente il vostro
romanzo è già finito e, parafrasando Kurt Vonnegut, siete già
all’epilogo.
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