SAVAGES is not trying to
give you something you didn’t have already, it is calling within
yourself something you buried ages ago, it is an attempt to reveal
and reconnect your PHYSICAL and EMOTIONAL self and give you the urge
to experience your life differently, your girlfriends, your husbands,
your jobs, your erotic life and the place music occupies in your
life. Because we must teach ourselves new ways of POSITIVE
MANIPULATIONS, music and words are aiming to strike like lightning,
like a punch in the face, a determination to understand the WILL and
DESIRES of the self.
This album is to be played loud in the foreground.
SAVAGES MANIFESTO #2
This album is to be played loud in the foreground.
Le Savages non stanno
cercando di darti qualcosa di nuovo, cercano di risvegliare dentro di
te qualcosa che hai seppellito molto tempo fa. Sono un tentativo di
riconnetterti con te stesso e le tue emozioni, ridandoti la voglia di
sperimentare la vita in un modo diverso. Di riconsiderare il ruolo
della tua ragazza, di tuo marito, del tuo lavoro, della tua intimità
e del posto che la musica occupa nella tua quotidianità. Perchè dobbiamo insegnare
a noi stessi nuovi modi di “manipolazione positiva”, la nostra
musica e le parole mirano a colpire come un fulmine, come un pugno in
faccia, con una determinazione a capire la volontà e il desiderio in
noi stessi. Quest'album deve essere
suonato a volume alto, e ascoltato con attenzione.
Quattro donne londinesi,
vestite di nero, molto incazzate ed estremamente determinate.
Sonorità cupe e
dirompenti che richiamano al post-punk anni '80, genere che in molti
hanno cercato di riproporre, ma pochi sono riusciti a rivitalizzare.
Non è un caso che l'età media, stasera, si aggira tra i trenta e
quarant'anni.
La ricerca di qualcosa di
essenziale è già chiara all'ingresso del club, dove un cartello
incita il pubblico a non scattare fotografie e video con il
cellulare, per immergersi completamente nell'esperienza.
A note from Savages
Our goal is to descover
better ways of living and experiencing music.
We believe that the use of
phones to film and take pictures during a gig prevents all of us from
totally immersing ourselves.
Let's make this evening
special
Silence your phones
Riconnettersi con la
musica in maniera viscerale e allo stesso tempo riappropriarsi del
silenzio, questo l'intento. Lasciare da parte inutili orpelli, figli
di un'età in cui stiamo perdendo di vista l'essenziale e non
riusciamo più a concertrarci, disturabati da un rumore costante. Non
a caso il titolo dell'album d'esordio è proprio “Silence
Yourself”. La loro performance, poi,
sarà la perfetta estensione di tutto questo. Sulla copertina del disco si legge:
“Una volta il mondo era
silente, ora ci sono troppe voci. E il rumore è una distrazione
costante. Si moltiplica, intesifica, svierà la tua attenzione verso
qualcosa di più conveniente, e si dimenticherà di dirti chi sei...”
(Manifesto #1)
Alle 23 entrano le quattro
Savages. Il palco è basso e privo di transenna, meno di un metro mi
distanzia da loro. Jenny Beth, frontman carismatica, capelli corti e
tacchi alti, squadra il pubblico con occhi tenebrosi.
La bassista, Ayse Hassan,
è schierata a destra, davanti a me, terrà in piedi la sezioni
ritmica con perizia impeccabile, ad occhi chiusi per tutto il
concerto.
A sinistra la chitarrista
Gemma Thompson, lo sguardo nascosto da una lunga frangia, imbraccia
la fender azzurra e comincia a dipingere un'inquietante foresta
sonora. È il feedback di I Am Here a dare l'avvio al set. Il
ritmo martellante ed ipnotico di Fay Milton ci fa entrare subito
nell'atmosfera. “I am here.. No more fear.. No more dark shadows..”
Segue “una canzone
dedicata a tutte le ragazze snelle e carine. E ai ragazzi” si
tratta del (già classico) City's Full. “So many skinny pretty
girls around.. Honestly, I just wanna go down.. Try to pretend
there's nothing wild..Why do you treat so bad..” Si sprigiona
energia femminile allo stato puro, in un crescendo folgorante. il
pubblico apprezza e comincia a scaldarsi. Jenny tiene il ritmo
sferzando pugni nell'aria, a canzone conclusa commenterà: “mi
piace la gente che balla, è la cosa che preferisco” e Ayse parte
con il basso di Shut up, mi viene in mente lo scorcio di
conversazione tra Gena Rowlands e Joan Blondel nel film “Opening
Night” di Cassavettes, inserito come introduzione dell'album, in
particolare la frase: I'm trying to be patient..
Su Waiting for a sign
penso a come debbano essersi sentiti spiazzati i primi spettatori dei
Joy Division o di Siouxsie And The Banshees. Note dilatate e
stridenti, sorrette da un basso compulsivo.
She Will sembra
uscita direttamente dalla penna di Ian Curtis. Jenny impugna il
microfono, si muove per il palco. È già una frontman sicura ma ha
ancora grosse potenzialità.
In scaletta c'è spazio
per qualche inedito: dall'urlata I Need Something New a Flying
to Berlin, inclusa nell'EP del singolo “Husbands” ed ispirata
a quel momento in cui “Pensi che l'aereo su cui stai viaggiando
debba schiantarsi al suolo, e hai davvero paura di morire”.
Dopo No Face Jenny
commenta “C'è un gran silezio per una canzone così rumorosa" e
inizia Hit Me, un testo ispirato ad un documentario sulla
pornostar “Bella Donna”, che analizza la ricerca di piacere da esperienze estreme.
Gran finale con Husbands
e Fuckers; la prima è uno sfogo di una donna esasperata da un
rapporto coniugale soffocante, mentre la seconda viene presentata
così: "Un amico una mattina ha lasciato un biglietto sul frigorifero
con scritto "Don't let the fuckers get you down" e ho
cominciato a pensare che forse, prima di pensare di avere io un
problema, ero circondata da teste di cazzo. Questa canzone è
dedicata a tutti quelli che stanno passando un brutto perido, si
chiama "Fuckers"
Un lungo mantra di dieci
minuti con una batteria tribale, in cui il cantato ripete
ossessivamente: “Don't let fuckers get you down.. Don't let the
fuckers get you down”.
Dopo un'ora e pochi minuti
si chiude il sipario, nessun bis previsto ma poco importa, non capita
tutti i giorni di venir investiti da un scarica di energia femminile
tanto strabordante, speriamo ci sia un degno seguito a tutto questo.
Husbands: https://www.youtube.com/watch?v=nHw9_C_58tY
She Will: https://www.youtube.com/watch?v=giHD0OHl9xo
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