È quasi Natale, le lucine
blu dell'albero illuminano la stanza, un Thè alla cannella fuma sul
tavolo. Accendo lo stereo, schiaccio play.. “Sweet and Sour
Please!”.. e d'un tratto il caldo rassicurante di un pomeriggio di
luglio si staglia nelle mia mente. I fratelli Goran e Gaia, in arte
Galeb & The Seagull, erano seduti sullo stesso divano in cui sono
ora. Il giorno dopo avrebbero registrato questo disco, in poche ore,
come ai vecchi tempi. Due voci, una chitarra, qualche armonica e una
manciata di ottime melodie. Quello che serve, nulla più. Il tutto
arricchito da testi autentici, di una sincerità disarmante; diamanti
preziosi accumulati in giro per il mondo. Sguardi, amicizie, paesaggi
sterminati, amore, addii, ritorni, vino, sudore, speranza e molto
più. Espressione di vita vissuta tra lunghi viaggi in Nuova Zelanda,
Australia, i colli del Barolo, Lione, la familiare Trieste e la nuova
casa: Berlino.
Berlino.. Città
indefinibile, pulsante, multietnica, energica, in costante mutamento
e, per molti, impermeabile.. Berlino.. Le sue strade, la sua gente.
Questa la nuova linfa vitale. Qui Goran si guadagna da vivere con le
sue canzoni, suonando nei club e facendo il busker, il pittoresco
musicista da strada. È proprio a Berlino che Goran registra “Picking
Flowers”, un volo che non delude anche senza il Seagull/Gaia
(tornata a Trieste per impegni universitari). Forse la mancanza della
sorella fa perdere un po' delle stupende dinamiche vocali dell'album
precedente, ma il risultato comunque non delude, anzi, conferma un
talento genuino, all'altezza dei maestri.
Sfogliando il mio album di
memorabilia musicali rileggo con piacere una dedica che Goran mi
scrisse prima di una delle sue numerose partenze: “Dedicato a chi
sa versare la linfa del sogno per tenerlo vivo”.
Proprio questo è quello
che i fortunati presenti al Tetris hanno potuto apprezzare: la linfa
del sogno, tenuto vivo.
Sono le dieci e mezza,
Goran è solo sul palco, indossa l'immancabile panciotto giallo sopra una maglia a righe, guanto a dita scoperte sulla mano destra,
da autentico busker. Il Tetris è ancora mezzo vuoto, ma non tarderà
a riempirsi. Partono le note arpeggiate che aprono l'ultimo “Picking
Flowers” sulla sua chitarra rossa (la più economica del mondo,
parafrasando le sue stesse parole). Comincia seduto, come un gabbiano
appollaiato pronto a spiccare il volo, i fortunati presenti
cominciano timidamente ad avvicinarsi.
“Hey Seagull !” è il
primo brano in scaletta, dolce ballata dedicata alla sorella, scritta
dopo la sua partenza da Berlino: “Hey Seagull, how are you doing?
You have been missed here lately.. Have you found your way to life
and back ?...” Hey Seagull, come te la passi? Ultimamente mi sei
mancata.. Hai trovato la tua strada ?..
Segue “I know you
would”.. “All I need in my life is to follow a dream.. All these
years wasting time.. I've been following dreams.. And I'm happy to
say that you're part of my plan.. Would you walk on my side.. I know
you would..” Tutto quello di cui ho bisogno nella vita è seguire
un sogno.. Tutti questi anni a perdere tempo.. Ho seguito i miei
sogni.. E sono lieto di dirti che sei parte del mio piano.. Vuoi
camminare con me?.. So che lo desideri..”
“Still in time”.. un
arpeggio uscito da lunghi anni di studi classici, sullo stile de “I
120 arpeggi di Giuliani”, sfocia in una grintosa progressione di
accordi sorretti dall'armonica e un cantato quasi insofferente “And
forget the reason why.. Your not sleeping quiet at night.. It's
alright, your still in time!” Dimentichi il motivo.. Non dormi
tranquillo la notte.. Va tutto bene, sei ancora in tempo!.. La
chitarra comincia a gracchiare, qualcosa sta andando storto, Galeb
sembra un po' instabile, lo vedo nei suoi occhi.. Ma ecco, con un
colpo da maestro, entrare in scena Seagull.. La sorella Gaia, con una
sicurezza da performer più che matura, tiene il tempo su un
tamburello.. Sale sul palco con estrema disinvoltura e il volo prende
finalmente quota.. ll folle volo di Galeb & The Seagull.
“A chi ama trasformare
l'errore in un'opera d'arte”
Altra dedica di Goran,
scritta sulla mia copia di “Sweet and Sour, Please!” poco prima
della partenza berlinese. Quello a cui stiamo assistendo, signore e
signori, si avvicina sempre più ad un'opera d'arte.
“Pickin' Flowers”,
brano omonimo dell'ultimo album, mi manda letteralmente su un altro
pianeta, non c'è che dire; le incursioni vocali di Gaia portano la
serata ad un altro livello. La sintonia è perfetta, non manca
nulla, tutto è perfettamente dove dev'essere, un netto miglioramento
dall'ultima volta che li vidi suonare su un palco. E noi fortunati
spettatori seguiamo la scia.
“The House on the top of
the hill”, le armonie bucoliche sono ormai fluide e calibrate al
meglio, un piacere per le orecchie.
C'è anche spazio per la
prima grande passione di Goran: il Blues. Si intitola “St. Louis
Blues” traditional provato per la prima volta la mattina stessa (!) Speriamo trovi
spazio nel prossimo disco.
Si passa poi a
“Razorblade” una piacevole canzoncina estiva in stile raggie,
ancora una volta la seconda voce di Gaia innalza ulteriormente la
dinamica.
È il momento dell'ormai
classico “A Flight Into Space” scritta tanti anni fa; Gaia
ricorda di averla cantata per la prima volta a 16 anni (ora ne ha
22).. Inserita nell'ep “Tired but Happy”, quando il progetto si
chiamava semplicemente “Goran”. Parafrasando le sue parole “A
Flight is a song dedicated to all the people that, like children do,
can still fly into space sometimes and look at this crazy world with
the eyes and mind of a child, finding beauty where everything seems
to be grey”
“Dedicata a tutte le
persone che riescono ancora a volare nello spazio e guardare questo
pazzo mondo con gli occhi e la mente di un bimbo, trovando la
bellezza dove tutto sembra grigio”.
Stiamo lentamente
giungendo alla fine, è il momento della mia preferita in assoluto,
quel piccolo capolavoro intitolato “All To Ten”, ascoltatela, e
riascoltatela, sono sicuro non vi deluderà!
Il set si conclude sulle
note di “Birds” l'armonica di Goran ci fa planare in terre
lontane, il mondo è così bello e rassicurante da qui. Le parole che
presentano il bis dicono tutto: “Visto che siamo stati melensi e
rassicuranti per tutta la serata, adesso saremo critici.” E inizia
“What about the fish” piccolo monito su “tutte le cose di cui
ci dimentichiamo nella frenetica vita moderna”.
Si conclude così questa
tappa del loro folle volo, l'obbiettivo è camparci per altri sei
mesi ma, se continuano così, arriveranno ben oltre le colonne
d'Ercole.
|
Encore: What about the fish? |
Qui potete ascoltare tutte le loro canzoni: https://soundcloud.com/galeb-and-the-seagull